Game of Thrones Episode 2: The Lost Lords – Recensione

ATTENZIONE! Questa recensione contiene spoiler relativi al primo episodio (qui la nostra recensione), quindi se non l’avete ancora giocato è meglio che evitiate la lettura delle prossime righe.

A circa due mesi dall’inizio della tanto attesa quinta stagione televisiva di Game of Thrones, Telltale Games solletica le nostre fantasie di fan(boy) della serie firmata HBO con un secondo capitolo che ci riporta nuovamente a occuparci del destino della famiglia Forrester. Avevamo lasciato Ironrath sul culmine di una tragedia, dopo che quella “simpatica canaglia” di Ramsay Snow aveva infilato venti centimetri di lama nel collo del povero Ethan Forrester, che – indovinate un po’ – ci ha rimesso le penne pronti via. Questo ha lasciato il casato completamente alla mercé dei Whitehill, che forti dell’alleanza con i potenti Bolton, hanno piantato le tende a Ironrath. Ovviamente trovarsi in casa i nemici giurati di sempre sarà un boccone amaro da mandare giù per i Forrester, anche se l’inaspettato ritorno di Rodrik, creduto morto durante al battaglia ai Twins, riaccenderà un briciolo di speranza.
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La vendetta rimane sempre il tema portante di Game of Thrones, che come un gigantesco scacchiere ci porterà a interpretare il ruolo di più personaggi (pedine?), facendoci rimbalzare dal gelido nord del Castello Nero fino al caldo sud di Approdo del Re. Due ambientazioni già viste nel primo episodio, alle quali si aggiunge Yunkai, la città schiavista liberata in tempi recenti da Daenerys Targaryen, altresì nota come khaleesi. Purtroppo non avremo l’occasione di incontrare la bionda madre dei draghi, ma dovremo accontentarci del ben più nerboruto Asher Forrester, secondogenito del casato, esiliato tempo addietro per essersi innamorato di Gwyn Whitehill, figlia dell’acerrimo nemico di sempre.
[quotesx]Per fortuna anche in questo secondo capitolo la scrittura rimane davvero coinvolgente[/quotesx]
Per evitare una guerra sanguinosa, suo padre decise di allontanarlo definitivamente da Ironrath, ma alla luce dei recenti accadimenti, il suo ritorno al Nord non è più una questione di se, ma di quando. Nel frattempo ad Altagiardino la giovane Mira Forrester dovrà farsi strada fra i mille intrighi di corte, pur potendo contare sull’appoggio della futura sposa di re Joffrey, Margaery Tyrell e, soprattutto, di Tyrion Lannister, che ha preso a cuore le tristi vicende della ragazza. Manco a dirlo la cosa non passerà inosservata e la povera Mira si ritroverà presto a lottare per la propria sopravvivenza.

Un destino non certo migliore è toccato a Gared Tuttle: il giovane scudiero un tempo a servizio di lord Gregor Forrester è stato praticamente costretto a unirsi ai Guardiani della Notte sul limitare della Barriera. Qui conoscerà Jon Snow e la dura vita della confraternita, per lo più formata da assassini, stupratori e altri criminali della peggior risma. Insomma, per chi ha seguito passo passo l’adattamento TV dei celebri romanzi di George R. R. Martin si tratterà solo di mettere assieme qualche nuovo pezzo del gigantesco puzzle narrativo; per gli altri, invece, il mal di testa è a dir poco assicurato. Nulla di nuovo, del resto chi acquista il gioco di Telltale sa bene cosa aspettarsi. Per fortuna anche in questo secondo capitolo la scrittura rimane davvero coinvolgente e non mancano di certo situazioni da “sudori freddi”.
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Si tratta comunque della classica puntata interlocutoria, che mette tanta carne al fuoco, facendoci immaginare (o sperare) grandi cose per il futuro. Ciò detto, è difficile non sollevare qualche perplessità in merito ai QTE, una presenza che aggiunge poco e nulla all’esperienza e che di fatto appare sempre più come una forzatura. Abbiamo inoltre riscontato una certa disparità nel sistema di controllo, tanto che utilizzando mouse e tastiera risulta assai più semplice passare indenni queste sequenze, specialmente quando si deve indicare un bersaglio con una certa solerzia. Difficile che Telltale cambi in corsa queste meccaniche, ma dopo aver giocato a Life is Strange, risulta sempre più difficile chiudere un occhio.