[Fantafestival 2016] Lovemilla – Recensione

Nella terza giornata di proiezione della 36° edizione del Fantafestival una favola di produzione finlandese dai contorni piuttosto bizzarri è stata una delle protagoniste delle anteprime pomeridiane. Introducendo una comune coppia di giovani, i quali vorrebbero coronare il sogno di andare a vivere insieme, il film Lovemilla diretto da Teemu Nikki prende a prestito i più svariati generi e, mescolandoli in un mix creativo e funzionante, dà luogo ad un’opera ibrida ruotante intorno al concetto cardine dell’accettazione di sé. Di Aimo, l’ingenuo protagonista, innamorato perso di Milla, si percepisce immediatamente la bassa autostima che ha di se stesso, difetto che tende a compensare con il raggiungimento di obiettivi impossibili, primo tra tutti l’ottenimento di un potere smisurato, che possa renderlo (quasi) invincibile. Per essere il più forte agli occhi dell’amata, Aimo si affida alla robotica, indebitandosi prima per un paio di “braccia robot” e poi per sostituire l’intero corpo, divenendo una comica versione di un supereroe. Ma il super-Aimo, frutto della radicale trasformazione fisica, è lontano dall’essere apostrofabile come “incredibile”, piuttosto “non-credibile” agli occhi dello spettatore, che condivide il punto di vista ammonitorio di Milla.

lovemilla

E allora tracce di commedia romantica si fondono e confondono con zombie movie e personaggi da cinecomic improvvisati ed inventati, passando per trame da detective story, non tralasciando nemmeno la forma musical! La quantità di materiale a disposizione per fornire allo spettatore un lungometraggio che faccia divertire facendolo stupire per l’elaborazione corposa dell’intreccio messa in atto tiene anche presente, come se i già citati generi non fossero sufficienti, il tema sociale, con riferimento alla questione dell’accettazione del mondo gay, affrontato in modo decisamente arguto, virante verso il comico. Ma cosa accomuna quest’accozzaglia ben riuscita di generi? La risposta risiede nell’impossibilità di coesistenza degli stessi in una realtà filmica che pretende di essere verosimile, lasciando al mondo del fantastico la realizzazione di tale ibrido.

E allora tracce di commedia romantica si fondono e confondono con zombie movie

Come sostenuto dagli stessi protagonisti nei loro discorsi dedicati alla presa di coscienza del loro status e, dunque, alla comprensione di modalità risolutive dei propri difetti, due sono i tratti distintivi con cui si procede nella narrazione della storia: il sarcasmo e la metafora. Con un tono sempre virante verso la commedia, i protagonisti, ma anche i personaggi di supporto, si chiedono l’un l’altro se quanto asserito sia metafora per intendere ben altro, o se del sarcasmo è nascosto al suo interno, dovendo quindi interpretare le parole dette in modo diverso dal banale contenuto letterale. Seguendo tale direzione, si arriva ad interpretare lo stesso Lovemilla come una gigantesca metafora sarcastica per spingere l’uomo ad apprezzare se stesso guardando al proprio interno e scovando quell’intima forza che nulla, neppur un braccio robotico, potrebbe mai sostituire.