Arkanoid Eternal Battle Recensione: un game over all’ultimo mattone

Arkanoid Eternal Battle

Negli ultimi anni l’incredibile popolarità del genere Battle Royale ha permesso a diversi game designer, alla ricerca del prossimo “blockbuster del momento”, di rimaneggiare il concept del tutti contro tutti all’interno di generi e contesti estranei alle meccaniche degli sparatutto. E tra la giungla infinita di Fall Guys, Naraka: Bladepoint e ZombieRoyale.io, dal lontano passato sono tornati a farci visita alcuni dei classici più intamontabili del medium, il cui capostipite TETRIS 99 creò una piccola nicchia di appassionati pronti a darsele di santa ragione all’ultimo mattoncino. Di conseguenza, il format dei 99 giocatori è stato applicato, con risultati soddisfacenti, in altri classici come Pac-Man e SuperMarioBros. Insomma, la formula Battle Royale si sposa molto bene con i titoli provenienti dagli anni delle esperienze puramente arcade. Per questo motivo nutrivo grosse aspettative per Arkanoid Eternal Battle, la riproposizione in salsa tutti contro tutti del “rompimattoni” di TAITO e rilasciata su tutte le piattaforme lo scorso 3 ottobre 2020. Lo studio di Pastagames sarà riuscita a confezionare un prodotto in grado di portare la proprietà intellettuale su nuove frontiere? Beh, è complicato…

Arkanoid Eternal Battle RecensioneArkanoid Eternal Battle: impossibile da Sbagliare

Cerco di sbloccarvi un ricordo. Avete presente il canale Sky Play It? O i mini-giochi presenti all’interno di un decoder o un televisore con Digitale Terrestre integrato proveniente da dubbie regioni dell’oriente? E che mi dite dei siti di giochi creati con flash? E perché no, i giochi presenti sul vostro Nokia 3310 o Motorola W377? E soprattutto, qual è il motivo di questa trafila di nomi a vanvera? Semplice, tutte queste piattaforme avevano una loro versione di Arkanoid o Breakout. La formula ideata da Nolan Bushnell nel lontano 1976 si è dimostrata davvero senza tempo, un vero e proprio test per i riflessi e perché no un piacevole passatempo arcade da giocare da soli o in compagnia. Ma dal 1976 o anche solo dai primi anni 2000 ad oggi sono cambiate tante cose e oggi ci vuole molto di più per convincere i giocatori ad inserire un contributo di ben 30 euro per giocare al cabinato di questa nuova e luccicante versione messa in commercio da Microids.

Arkanoid Eternal Battle

Per fortuna, il gameplay di Arkanoid è pressoché impossibile da sbagliare. Ogni livello presenta uno schema di mattonelle da rompere utilizzando una singola pallina da far rimbalzare contro il proprio Vaus da una parte all’altra dello schermo senza che quest’ultima sprofondi nel nulla, portando alla perdita di una vita. Con il passare dei livelli gli schemi presentano soluzioni sempre più complicate, con alcune di queste mattonelle che richiedono più colpi per essere distrutte o che potrebbero portare la tua pallina ad un cambio di rotta.

E in quel caso, cercate di visualizzare le ipotetiche imprecazioni del giocatore medio di Arkanoid mentre un proiettile rimbalzante ad alta velocità manca il Vaus e sprofondare nell’abisso, subito dopo l’inizio di un nuovo livello. Per controbilanciare questa drammatica eventualità, distruggendo abbastanza mattonelle si ottengono dei power-up in grado di ripulire lo schermo oppure facilitare il contatto tra il Vaus e la pallina. A questo si aggiunge uno scatto laterale utilizzabile per salvare la palla in extremis. Tutte queste componenti si amalgamano in un’esperienza puramente arcade e ormai ben collaudata, alla ricerca del miglior punteggio possibile. Questa è in “poche parole” l’esperienza base di Arkanoid. Ma come se la cava all’interno della mischia reale?

I tunnel carpali non sono ammessi!

Il vero focus di Arkanoid: Eternal Battle risiede appunto nell’omonima modalità multiplayer principale. Ogni partita di “Eternal Battle” mette 25 giocatori l’uno contro l’altro, seguendo un ritmo di gioco che ricorda molto le gare a eliminazione presenti giochi di corsa arcade. I giocatori si contendono il punteggio più alto affrontando uno schema generato casualmente, senza badare al numero delle vite disponibili (e quindi infinite) ma con un pericolo incombente: l’eliminazione del giocatore con il punteggio più basso e il passaggio allo schema successivo. A differenza di Tetris 99, la visuale del giocatore sui progressi dei propri avversari si concentra sulle posizioni più vicine e facilmente raggiungibili, incoraggiando quest’ultimi ad affrontarsi in scontri a viso aperto e all’ultimo power-up… o de-buff.

Arkanoid Eternal Battle Royale

Oltre ai classici power-up già citati in precedenza e che in questa versione vedono l’inclusione di 2 nuove aggiunte all’arsenale, una barriera per evitare una morte prematura e un incremento non indifferente della propria combo, la componente online di Arkanoid Eternal Battle permette ai giocatori di ottenere delle sfere d’energia utilizzabili tramite la singola pressione di un tasto dorsale del controller, a seconda della direzione indicata da L e R. Una volta utilizzate, queste sfere agiranno sugli avversari come dei modificatori sulle partite dei malcapitati, alterando le mattonelle oppure il comportamento della palla, fino ad arrivare a glitch in grado di coprire lo schermo.

Tenendo a mente tutto questo ci si ritrova davanti ad un gameplay loop che può essere riassunto con questa frase: una gara di formula uno in cui Lewis Hamilton e Max Verstappen se le danno di santa ragione, in una gara di tecnica, mosse estremamente precise e rapide e con la FIA uscita ancora più fuori di testa del solito, al punto da ammettere l’utilizzo di dispositivi EMP al posto del DRS. Con l’unica differenza che al posto delle sportellate tipiche dell’ultimo giro, i 4 giocatori rimasti vengono brutalmente teletrasportati in una boss fight finale contro Doh, l’entità spaziale a forma di Moai e antagonista principale di Arkanoid. Se pensavate che questo giochino retro non avesse una lore uscita da un trip di qualche droga sperimentale creata in New Mexico, vi sbagliate di grosso.

Se non si fosse già capito, giocare ad Arkanoid Eternal Battle nella sua modalità Battle Royale è divertente una volta assimilate tutte le nozioni di base legate alle sue meccaniche di gioco e in un contesto differente ne avrei consigliato caldamente l’acquisto. Tuttavia, dopo aver passato un bel po’ di tempo con questa produzione targata Pastagames, ho capito che l’intera esperienza di Arkanoid: Eternal Battle viene del tutto annullata dal suo stesso obiettivo mercato. Per dirlo in parole povere: il gioco corre in un campionato di “free-to-play”, partendo con una zavorra autoimposta da se stesso.

Arkanoid Eternal Battle: una galassia un po’ vuota

Io posso capire tutto: posso capire il costo di una licenza storica come Arkanoid e posso capire i costi dello sviluppo che possono pesare tanto soprattutto sulle spalle di uno studio relativamente piccolo come quello di Pastagames. E mi dispiace davvero dover frenare il mio entusiasmo per un gioco che potrei considerare una divertente diversione rispetto alle mie classiche abitudini ludiche, ma all’atto pratico il sentimento di stupore e novità per Arkanoid Eternal Battle si esaurisce nei primi 60 minuti di gioco. Un po’ per colpa dei suoi demeriti e un po’ purtroppo per come si è posto all’interno di una nicchia di titoli simili a lui, ma che sono usciti con un approccio “Freemium”.

Arkanoid Eternal Battle Splitscreen

Partendo dai suoi effettivi contro: oltre alla modalità Eternal Battle, il gioco offre altre 3 modalità di gioco alternative tra multiplayer in split-screen, Retro e Neo. Queste ultime rappresentano due faccie della stessa medaglia, in quanto permettono di giocare quella che è essenzialmente la Modalità Arcade Classica di Arkanoid, ma con due stili completamente differenti. Retro ripropone infatti la versione Arcade uscita nel lontano 1986, racchiudendola all’interno di una schermata molto nostalgica e che ricalca molto il form-factory del cabinato originale; Neo invece è un “nuovo capitolo” single player che però fa a meno dei nuovi power-up introdotti nella modalità multiplayer. E se da un lato possiamo restare fino a notte fonda a parlare delle differenze tra gli stage e il gameplay, all’atto pratico si tratta della stessa modalità riproposta con due stili grafici diversi. Fine.

Una navicella con la verniciatura sbiadita

Se a questo aggiungiamo anche la mancanza di un sistema di progressione significativo e un po’ raffazzonato, che permette al giocatore di guadagnare nuove skin e sfondi per il proprio terreno di gioco esclusivamente all’interno della modalità Eternal Battle, è chiaro che questo titolo sarebbe stato ricevuto meglio se comunicato e pubblicizzato come free-to-play giocabile gratuitamente online e con le altre modalità secondarie acquistabili a pagamento. E non sono neanche l’unico a pensarlo. Per quanto abbia cercato di smanettare con le opzioni legate al crossplay tra altre console, la maggior parte dei miei match in multiplayer si sono svolti tra me e altri 24 bots comandati dall’intelligenza artificiale. Un vero peccato.

L’ultimo e flebile segnale di ripresa per Arkanoid Eternal Battle risiede nella sua direzione artistica. Riprendendo appieno l’estetica retrowave in stile anni ‘80 molto vicina a film cult dell’epoca come Tron diretto da Steven Lisberger, il gioco offre una presentazione molto buona e riconoscibile, portando la proprietà intellettuale all’interno del panorama moderno senza però dimenticare le sue origini. Tuttavia, anche in questo caso Pastaplay fa un passo in avanti e dieci indietro, con una colonna sonora ridondante e che in qualche modo non riesce a “mescolarsi bene” con la presentazione.

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S, Switch, PC
Sviluppatore: Pastagames
Publisher: Microids, TAITO

È sempre un dispiacere quando si è costretti ad ammettere che, pur riconoscendo il buon lavoro svolto da un team giovane e in crescita, le proprie impressioni su un titolo tutto sommato valido e divertente si scontrano con la dura legge dei grandi numeri e del mercato. Arkanoid Eternal Battle è un buon esempio di un concept sulla carta intrigante, ma eseguito non proprio al 100% delle sue possibilità. Sono conscio che molto spesso il prezzo di listino non è una garanzia di qualità o longevità, ci sono esperienze videoludiche per il quale pagherei 100, 1000, “mille mila” volte il proprio prezzo effettivo ma purtroppo questo titolo non è uno di quelli. Tuttavia, con il giusto sconto avrete tra le mani una versione di tutto rispetto dell’amato classico arcade targato TAITO.

VOTO: 7

Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina".