I Have No Mouth and I Must Scream – Recensione

Gli Anni Novanta sono stati una decade importante per le avventure grafiche. Importantissima. La saga di The Secret of Monkey Island e quella di Gabriel Knight hanno infatti segnato l’apice, a livello creativo, dei due grandi colossi del genere: LucasArts (ex Lucasfilm Games) e Sierra On-Line. Eppure, come gli avventurieri meno giovani o semplicemente più smaliziati ben sanno, altre gemme di inestimabile valore sono venute alla luce in quegli anni ormai lontani. Titoli eccezionali ma da molti ignorati, che però a volte ritornano grazie a port per nuove piattaforme che consentono ai videogiocatori di oggi di riscoprirle e a noi veterani di rivivere antiche emozioni.

È il caso di I Have No Mouth and I Must Scream (Non ho bocca, e devo urlare), leggendaria avventura grafica del 1995 sviluppata da The Dreamers Guild e uscita per PC (MS DOS) e Mac, che ora, grazie alla francese DotEmu, è disponibile in versione iOS e Android all’ottimo prezzo di 3,99 euro. Ma perché, potreste chiedervi, dovremmo essere interessati a spendere il nostro tempo su un gioco che ha 21 anni? Domanda legittima. Lasciate che vi racconti che cos’è I Have No Mouth and I Must Scream, dunque, e vi accorgerete perché questa non è un’avventura qualunque e perché, anche oggi, nel 2016, nessuno dovrebbe perdere l’occasione di vivere questa esperienza.

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IL POTERE DELLE PAROLE

Tanto per cominciare, la storia in questione non è stata inventata da un giovane developer qualunque, per quanto di talento, ma ha origini letterarie illustri. I Have No Mouth, and I Must Scream è infatti un racconto breve dello scrittore americano Harlan Ellison pubblicato originariamente nel 1967 sulla rivista IF: Worlds of Science Fiction e vincitore nel 1968 del prestigioso Premio Hugo, che in Italia uscì per la prima volta nel 1972 con il titolo Il computer sotto il mondo. Questo titolo si riferisce ad AM, un elaboratore senziente che, dopo aver sterminato l’intera specie umana, ha mantenuto in vita solo una donna e quattro uomini. Costoro, in stato di prigionia, vengono orribilmente torturati per 109 anni, tormentati in relazione al loro passato, alle loro fragilità e ai loro terribili sensi di colpa. Ma laddove l’opera letteraria è cupa e senza speranza, con un finale agghiacciante, il videogioco vi permette di salvare la specie umana, affrontando cinque terribili ordalie, una per ciascuna cavia, nelle quali i prigionieri, cui AM impedisce di suicidarsi, dovranno dimostrare pentimento per le proprie azioni e conquistarsi la redenzione. In tal modo i cinque, coordinando le proprie azioni, potranno tentare in un sesto e ultimo scenario di avere la meglio su AM, porre fine alla sua tirannia e dare una nuova chance al genere umano.

[quotedx]Nessuno dovrebbe perdere l’occasione di vivere questa esperienza[/quotedx]

Le origini letterarie dell’opera sono evidenti nella straordinaria qualità di scrittura, tanto più che Harlan Ellison partecipò attivamente allo sviluppo, scrivendo di suo pugno gran parte del testo necessario a trasformare il racconto in un’avventura interattiva. Alcuni dei personaggi subirono netti cambiamenti, e anche la storia si discosta a tratti dall’originale, ma una cosa è certa: resta estremamente adulta e coraggiosa, a livelli che difficilmente troviamo in un videogioco. Non voglio rovinare a nessuno il gusto di scoprire una trama così originale e articolata; mi limiterò a raccontarvi che I Have No Mouth and I Must Scream tratta tematiche quali i campi di concentramento e l’olocausto, la malattia mentale, il suicidio e lo stupro. E lo fa senza filtri o falsi moralismi, ma con la lucida ferocia che solo la fantascienza distopica di alto livello sa avere, coinvolgendovi profondamente e visceralmente per tutta la durata del gioco.

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A livello di adattamento, il lavoro svolto è decisamente buono: l’interfaccia è comoda e i testi sono localizzati in lingua italiana (ci riferiamo ai sottotitoli, perché il parlato resta quello originale in inglese, con la voce di AM prestata da Ellison stesso), inoltre la grafica, pur ovviamente datata, rimane artisticamente suggestiva e di impatto, sempre straniante e a tratti realmente disturbante, degno contrappunto di un plot cupo e angosciante come quello di I Have No Mouth and I Must Scream. Il gameplay, infine, è quello tipico delle avventure grafiche dell’età dell’oro, quindi non aspettatevi di avere vita facile o la strada spianata da comodi tutorial e/o indizi. Il gioco è duro e spietato, e il game over sempre dietro l’angolo, quindi è il caso di rispolverare il vecchio motto di tutti noi avventurieri: “Salva spesso, salva presto”, pena il dover rigiocare da capo intere lunghe sezioni. Gli enigmi, ad ogni modo, sono sempre ragionevolmente logici e, per quanto a volte molto ostici, non sono mai troppo irraggiungibili, a patto di riflettere a lungo e ragionare sempre attentamente sul da farsi. Un tasto, inoltre, vi indica in qualsiasi momento i punti attivi delle schermate, quelli cioè con i quali potrete interagire.

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Metalmark, giornalista, scrittore e docente universitario, si dedica al culto delle avventure Infocom, di X-COM e dell'Intellivision. Come hobby, dirige VIGAMUS, il Museo del Videogioco di Roma, e i corsi di VIGAMUS Academy. La sua prima rivista da caporedattore? CUBE. Poi tante altre, tra cui PSW, Xbox World, PC Games World, Game Pro (EDGE Italia) e Game Republic.