RIDE 4 Provato: più di un semplice giro in moto

RIDE 4

Milestone, studio di sviluppo pienamente italiano, è arrivato ad un nuovo traguardo con RIDE 4, ultimo racing game motociclistico ancora in sviluppo presso il team. Siamo stati tra i fortunati che hanno potuto provare con mano la più recente build del titolo a poche settimane dall’uscita, vedendo come i ragazzi italiani hanno messo su quello che vuole porsi come la miglior esperienza motociclistica dell’anno, con contenuti a tutto tondo e per tutti i tipi di giocatori che amano il genere. Vediamo subito quindi le nostre impressioni a riguardo in questo provato del titolo in uscita su PlayStation 4, Xbox One e PC l’8 ottobre e in arrivo anche su next-gen.

RIDE 4: date una moto a quell’uomo

Anzitutto, c’è da dire che la build provata è molto molto recente e, perciò, potrei tranquillamente dire che il prodotto finale sarà pressoché vicino a quanto ho potuto constatare durante il mio playthrough. I primi minuti, RIDE 4 li dedica interamente al giocatore e a quello che vuol essere. Difatti, ci metterà prima davanti a delle pure scelte di personalizzazione del personaggio, tra la scelta del sesso, del volto, il movimento in curva, il piede d’appoggio alla partenza e, addirittura, il numero di dita che il nostro alter ego userà quando andrà a frenare. Tale personalizzazione, per quanto non sia eccelsa in fatto di numero di elementi, dona comunque un giusto “minimo sindacale” al giocatore. Da notare che, poco più avanti nel gioco, si avrà la possibilità di modificare ulteriormente il nostro pilota data la possibilità offertaci dagli sviluppatori di comprare tute e caschi e cambiarne poi le combinazioni di colori. Ovviamente, tutto l’armamentario a disposizione per il nostro pilota sarà autentico alla realtà, sia per il design, che per le marche, visto l’impegno che lo studio italiano avrà preso con i vari nomi del settore.

Passata questa fase, puramente estetica, si passa al nome, numero preferito e nazionalità e, ultima ma non meno importante, ci sarà la scelta della regione in cui si vorrà debuttare e scelta che sarà il primo passo nella modalità Carriera (ancor incompleta nella build provata ma più che sufficiente per testarla). Tale scelta inciderà sulla prima manciata di ore del titolo perché, una volta selezionata la Lega iniziale (corrispondente ad una tra le regioni di America, Europa e Asia), il nostro pilota amatoriale dovrà gareggiare in quella regione e ottenere un certo numero di successi prima di poter accedere al resto delle competizioni mondiali.

Ed ecco che, dopo aver eseguito un “test”, finalmente siamo pronti a debuttare sulla scena regionale a cui abbiamo aderito ed è qui che RIDE 4 inizia ad entrare nel vivo dell’azione. Ciò che ci viene chiesto è di completare una serie di gare di vario tipo su circuiti minori (gare a tempo, sfide di abilità di guida, brevi gare vere e proprie e con pochi avversari) le quali, completandole con successo, ci ricompenseranno con punti esperienza, crediti (importantissimi, visto che ci permetteranno l’acquisto e la personalizzazione delle moto) e Punti Affinità che cresce man mano con la moto che utilizziamo. Una volta superata questa prima Lega, sarà possibile crescere e la nostra carriera si riempirà di encomi, potendoci conseguentemente permettere l’entrata nella World League, decisamente più importante della prima. Qui il gioco cambia ulteriormente, inserendoci in contesti più grandi, con circuiti più importanti e gare più impegnative e diversificate, accedendo infine alla Superbike World League e alla Endurance World League. Ovviamente, si deve essere “ben equipaggiati” per ogni evento e infatti Milestone ci offre un parco di ben 119 moto tra dozzine di marchi, tutte ottimamente rappresentate rispetto alla loro controparte reale.

La guida non è tutto

Spiegata grossomodo la modalità Carriera che abbiamo potuto provare, passiamo a qualcosa di più tecnico e concreto. La scelta tra il vedere RIDE 4 come un normale racing game o come un simulatore, risulta non tra le più semplici ma, ora come ora, tenderei più verso la seconda per una serie di questioni che vi riassumerò brevemente in questa parte del Provato. Partiamo col dire che il titolo adotta un sistema di difficoltà molto simile a quello di ormai molte produzioni simili (che siano macchine o moto, non cambia tanto), ovvero dà la possibilità di personalizzare interamente tutti gli aspetti possibili, dalla fisica, al cambio, all’aiuto guida, il freno automatico, gli ABS e tanto altro, fino alla difficoltà dell‘IA, che ho trovato a dir poco aggressiva. Non mi riferisco ai sorpassi o alla difficoltà nello stargli dietro, mi riferisco al fatto che sembra gareggino da soli; guardatevi le spalle, perché loro non guardano avanti, viste le innumerevoli volte in cui mi sono visto letteralmente balzare dalla moto mentre loro continuavano imperterriti. Ho messo mano ai vari tweak per provare le possibili “modalità” di gioco. Spaziamo così da una guida più arcade ad una più simulata, dove la fisica della moto sarà molto più realistica e quest’ultima più reattiva e, aggiungeteci anche una simulazione della velocità fatta davvero con maestria. Inoltre, sarà possibile prima di ogni gara, modificare il settaggio della nostra moto, tra la trasmissione, sospensioni e altro ancora e devo dire che c’è davvero tanto da capire e modificare per avere il giusto feeling in base a fattori come il tracciato e il clima.

Proprio quest’ultimo, infatti, giocherà una parte importantissima in RIDE 4, dato che esso è stato implementato in modo dinamico nelle gare più lunghe (come le Endurance); sarà capace di evolvere e con esso, noi bravissimi piloti (almeno in gioco) dovremo adattare sia il nostro stile di guida, sia la nostra strategia a lungo termine. Il rientro ai box nel giusto momento può fare la differenza per la vittoria. Sotto questo aspetto, il titolo regala davvero momenti di puro godimento quando vediamo che la nostra strategia, basata sulla variazione del clima durante la gara, il consumo delle gomme che cambia dinamicamente in base al nostro stile di guida e tanto altro, funziona tanto bene da permetterci di vincere una delle competizioni più ambite. Non meno importante risulta, infine, la personalizzazione della moto nelle sue parti più meccaniche. Potremo infatti modificare una moto già da noi acquistata, muovendoci tra sospensioni da gara, trasmissioni da endurance e tantissimo altro. Sicuramente, chi già bazzica in questo mondo troverà una soddisfazione unica nell’intero mondo che c’è dietro la modifica di una moto offertaci da Milestone.

Non è tutto oro quel che luccica

Lo studio italiano ha fatto i salti mortali per portare RIDE 4 su un possibile podio per quanto riguarda l’aspetto tecnico e visivo del titolo. Usare Unreal Engine 4 è di sicuro un buon punto di partenza ma che, stando a quello che ho potuto vedere, non basta ora come ora a farlo entrare nella cerchia di racing game che ti fanno dire “wow” a prima vista. Con questo non voglio di certo affermare che l’ultima fatica Milestone sia sottotono rispetto ad altre produzioni, è che semplicemente non arriva ai loro livelli. Ovviamente parliamo di una build pre-release, quindi le cose possono ancora cambiare (anche se non mi aspetterei troppo dato che, come detto all’inizio, la build sembra molto recente e mancano una manciata di settimane all’uscita). Per quanto il livello di dettaglio delle moto sia sicuramente di spessore, vista anche la tecnologia a laser usata per la riproduzione digitale, il resto non brilla di luce propria. I circuiti, sicuramente ben riprodotti nel senso scale e dimensioni, non risaltano in particolar modo né alla luce del sole, né sotto la pioggia. C’è da dire però che, sulla mia configurazione comprendente un Intel i5-4670K (non di certo tra i processori più recenti) e una GPU Nvidia GTX 970 da 4GB, il titolo al massimo dei dettagli, gira quasi in modo completamente fluido; sicuramente un punto a favore per l’ottimo lavoro di ottimizzazione da parte del team di sviluppo.

Milestone vuole mostrare i muscoli nella fine generazione con RIDE 4, in uscita per PlayStation 4, Xbox One, PC e annunciato anche per la next-gen con risoluzione 4K dinamica e 60 fps fissi. Il titolo, ancora in sviluppo ma ormai nelle sue fasi finali di esso, si presenta sicuramente in forze, non tanto nel suo lato visivo ma piuttosto nella mole di contenuti per i giocatori, i quali potranno sbizzarrirsi nella modalità Carriera con centinaia di modelli di moto ben riprodotti e per tutti gli appassionati del genere, sarà un vero piacere. Vedremo come Milestone si comporterà al lancio, se e quali cambiamenti riceverà all’uscita (tra cui già annunciate nuove moto con patch al day-one) e sicuramente si inizierà a parlare, in seguito, di contenuti post-lancio, già annunciati dal team di sviluppo.

All'età di sei anni, Fabio ha potuto mettere le mani su quella che sarebbe diventata, in estremamente poco tempo, la sua passione più grande: il videogioco. Dalla prima Playstation, vagando tra le terre simil-burtoniane di MediEvil fino a Crash Bandicoot e Tombi arriva, nel suo percorso di videogiocatore, a farsi appassionare da una moltitudine di generi e a crescere con loro, facendoli diventare parte integrante della sua vita e riconoscendo nel videogame una nuova forma di pura arte, oltre che di intrattenimento. Da quel momento, i suoi interessi mettono radici anche altrove, arrivando alla Settima Arte e alla musica, il gioco di ruolo e la lettura e tutto ciò che permette di sentire e immaginare mondi che ci sembrano, o sono effettivamente, lontani dalle nostre realtà.